venerdì 14 ottobre 2011

Le grandi autrici - Liala

Oggi ho scelto di parlare di una di quelle autrici che come me ha fatto innamorare nel corso di decenni migliaia di lettrici in tutta Italia sin dal inizio degli anni trenta continuando fino ai nostri giorni.
Il suo nome è Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi ma è conosciuta al grande pubblico semplicemente come LIALA.
Ricordo come se fosse ieri quando, all'età di tredici anni, mi trovavo nella mia casa in montagna durante il periodo natalizio, e cercando qualcosa da leggere mi imbattei in "Tempesta sul lago" un indimenticabile di questa autrice.
Che dire, il libro l'ho finito in due giorni rimanendo alzata fino alle quattro del mattino, e da li è cominciata una grande passione per tutto ciò che fosse Firmato Liala.
L'autrice ha uno stile indimenticabile, un romanticismo che viene fuori dalle parole in maniera elegante e toccante, con una minuzia di particolare che ti permette di vedere chiaramente ciò che l'autrice sta descrivendo.
Ma ora veniamo al sodo.
Liala è nata a Carate Lario nel 1897 ed è morta a Varese nel 1995. Fu Gabriele D'annunzio a coniare per lei il nome Liala con cui la scrittrice firmò tutte le sue opere: «Ti chiamerò Liala perché ci sia sempre un'ala nel tuo nome».


Liala si sposò giovane. Suo marito, il marchese Pompeo Cambiasi, ufficiale di marina, aveva 17 anni più di lei. L'intesa matrimoniale non durò a lungo. Liala incontrò il marchese Vittorio Centurione Scotto, un ufficiale della aeronautica , che fu il grande amore della sua vita. La loro storia d'amore però finì presto. Centurione morì nel 1926, quando, con il suo idrovolante, durante un allenamento per la coppa Schneider, precipitò nel Lago di Varese.Per superare il dolore Liala cominciò a scrivere e nel 1931 pubblicò il suo primo romanzo Signorsì. La prima edizione, pubblicata da Mondadori, andò esaurita in 20 giorni.
Quasi tutti i libri di Liala si svolgono nell'ambiente militare, che lei conosceva e amava tanto. I protagonisti maschili sono spesso audaci e valorosi, come il nobile Vittorio Centurione Scotto o Pietro Sordi.
Dal 1930 al 1948 Liala fu legata sentimentalmente al tenente colonnello Pietro Sordi, un militare di umili origini che era diventato ufficiale della Regia Aeronautica grazie alle sue doti morali e alle eccezionali capacità aviatorie. La conoscenza di questi risvolti biografici (non noti al grande pubblico) può spiegare molti aspetti della sua produzione artistica. Nel primo periodo (1931-1948), l’ambiente dell’Aeronautica Militare costituisce spesso lo sfondo di romanzi e novelle, che non di rado contengono spunti autobiografici ed elementi tratti dalla vita di Pietro Sordi. In questa fase, nella quale l'io narrante a volte si riferisce a Liana (ossia alla persona stessa della scrittrice), si trovano di tanto in tanto precisi riferimenti a personaggi ed eventi storici: per esempio, nel romanzo Buona fortuna! l'autrice fornisce una minuta descrizione del record del mondo di velocità per idrovolanti ottenuto dal maresciallo Francesco Agello  il 23 ottobre 1934.
Dopo la separazione da Pietro Sordi subentra una fase che si può definire di "lutto letterario" (1949-1950), con la quale la scrittrice supera i problemi affettivi contingenti e inizia a scrivere il romanzo della sua vita, scolpendo a tutto tondo il ritratto del personaggio Liala, per il quale realtà e fantasia sfumano insensibilmente l’una nell’altra. Scompaiono in questo periodo dalle sue opere i riferimenti all’ascesa sociale compiuta dal giovane pilota figlio del popolo e ufficiale dell’Arma azzurra grazie ai corsi integrativi dell’Accademia Aeronautica. In Ombre di fiori sul mio cammino, opera pubblicata nel 1950, per la prima volta si accredita l'opinione che l'ispiratore di Liala sia stato il marchese Vittorio Centurione Scotto. Questa versione dei fatti era stata anticipata in forma meno compiuta nella raccolta di conversazioni e ricordi intitolata Voci dal mio passato, che aveva fatto la sua comparsa nel luglio del 1949. Nel primo e secondo periodo gli scritti di Liala muovono da elementi di realtà per costruire trame narrative che configurano tante possibili versioni della sua identità personale: all'interno di queste diverse versioni la costante maggiore è quella del rapporto con l'aviatore.

Dopo gli anni '50 

Successivamente al 1950, la sua opera si rivolge al mondo della pura fantasia narrativa e non fa più riferimento a luoghi, fatti o personaggi di realtà (Gregoricchio, 1981), salvo qualche ritorno alle pagine autobiografiche proprie del personaggio Liala, come in Diario vagabondo. Analizzando la produzione artistica di Liala, la critica letteraria ha spesso sottolineato "le minuziose descrizioni estetizzanti di ambienti altoborghesi e aristocratici" (Dizionario Bompiani, 1987), ignorando i riferimenti alle classi sociali inferiori, riferimenti che nel periodo più precoce della sua attività letteraria appaiono in maggiore evidenza, mentre nei primi due romanzi (e più tardi nel Pianoro delle ginestre) compare il tema della promozione sociale di cui si rende protagonista un pilota di umili origini, notevole prestanza fisica, grande dirittura morale ed eccezionali capacità aviatorie. Nel Pianoro delle ginestre, Liala tratteggia il povero ambiente provinciale in cui si svolge il romanzo con le stesse minuziose descrizioni e lo stesso compiacimento che in altre occasioni riserva agli ambienti aristocratici: messa a confronto con il "bel mondo", questa realtà umile non sembra demeritare, piuttosto l'opera di Liala suggerisce che accanto (e prima) della nobiltà derivante dalla stirpe e dal censo, esiste la nobiltà d'animo (Cappuccio, 1998)

Bibliogarfia:



Inediti 

Nell'ottobre 2007, è stato pubblicato da Sonzogno Con Beryl, perdutamente, l'ultimo romanzo inedito di Liala. Iniziato negli anni settanta, interrotto a causa della cecità, è stato completato da Mariù Safier, sulla base del racconto che Liala aveva affidato alla figlia, delineandone anche il finale.
Liala rimane, ancora oggi, una delle scrittrici italiane più apprezzate, soprattutto tra il pubblico femminile. Malgrado i suoi racconti appaiano spesso datati e "melensi", è indubbio come abbia saputo coltivare la fantasia di più di una generazione di donne. I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie solo in Italia.

Il libro che mi è rimasto nel cuore:
TRAMA:Delicatissimo romanzo nel quale sono messi in rilievo vivi contrasti di anime. Durante l'ultima guerra sbocciano, accanto a una nonna aristocratice e dura, le giovinezze di Ubalda e Cipriana Làrici Drei. Una, energica e coraggiosa, corre verso il suo destino incurante dell'obbligo di ubbidienza cui la dovrebbe tenere avvinta il suo nome gentilizio; l'altra, pur dolce e remissiva, torverà la forza, attraverso lotte non lievi, di vivere accanto all'uomo che per primo le aveva offerto l'amore in tutta la sua smagliante bellezza. 
VOTO: 8
GIUDIZIO:Questo è uno dei tanti libri che lo letto di Liala  e devo dire che è grazie a lei se mi sono addentrata a piedi pari nel mondo della lettura. 
Devo dire che mi ha conquistato con la sua delicatezza.
forse non vi interessera sapere come si è svolta tutta la vicenda e sapere quando ho letto il libro, dove l'ho letto ecc. ecc. ma invece per me è importante dirlo perché è fondamentale a mio giudizio descrivere come le opere uscite dalla penna di questa grande donna hanno saputo avvicinare e cambiare le percezioni di una ragazza nata e cresciuta in una società caratterizzata da emozioni forti e spregiudicate, dove il migliore è quello che fa le scarpe agli altri, e di chi fa carriera solo grazie al sesso e alla furbizia; Di una ragazza che fa parte di uno scenario che snobba totalmente la lettura e i grandi romanzi che hanno caratterizzato la letteratura del nostro paese.
Liala mi ha letteralmente guidata in questo suo mondo cosi dolce e amaro allo stesso tempo, un mondo descritto finemente e minuziosamente, con una scrittura chiara ma elaborata, che tesse intorno al lettore una visione delineata fin nei minimi dettagli,aigiorni d'oggi non ci sono più scrittrici come lei, è un peccato non leggere almeno un suo libro nella vita.



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